È uno dei più lunghi sentieri gestiti dalla SAT; realizzato nel 2003 a seguito di un accordo fra SAT, CAI Alto Adige e Alpenverein Südtirol, collega una serie di più brevi percorsi creando un itinerario che si snoda sulla dorsale o in sua prossimità, fra la Val di Non e la Val d'Adige. Viene usualmente percorso in tre tappe.
Dal centro di Mezzocorona, si raggiunge la stazione della funivia per il Monte di Mezzocorona e si imbocca il "Sentiero della Calcara" che si alza nel bosco ceduo soprastante. Con numerose svolte si guadagna rapidamente quota con panoramiche sempre più ampie sulla Piana Rotaliana e sulla Val d'Adige, fino a raggiungere la stazione superiore della funivia e l'altopiano del Monte. (Il Monte un tempo costituiva l'alpeggio di Mezzocorona mentre ora è una località turistica con alberghi e seconde case per ferie). Lasciati sulla sx gli alberghi, si prosegue comodamente verso nord fino a raggiungere il vicino pianoro Plon dove si lascia la strada forestale per il Rifugio Malga Craun e si imbocca il bel sentiero, oggetto di numerosi lavori della forestale, che risale la ripida fiancata boscosa. Dopo numerose svolte, si raggiunge la base di un'alta parete calcarea e mantenendosi alla base la si aggira rimontandola a lato (breve tratto leggermente esposto); si entra quindi in una valletta ricoperta da boschi misti al culmine della quale si sbuca nella radura del Pra dei Aiseli dove si trova l'omonima baita. Il sentiero prosegue, a tratti assai ripido nel bosco arido e raggiunge una panoramica dorsale (piazzola elicottero) dove inizia un lungo traverso, a tratti esposto e in parte attrezzato con delle funi corrimano, da cui si domina Mezzolombardo. Oltrepassato il canalino che porta al Passo del Lever si cala leggermente ad una boscosa selletta e al limitare del pascolo di Malga Bodrina, a breve distanza dalla malga stessa e dell'adiacente Baita "Rododendro" gestita dalla sezione Sat di Vigo di Ton. I due caseggiati rimangono poco più in basso e se non si vuole raggiungerli si prosegue in quota alzandosi progressivamente per una strada forestale e poi su sentiero. Dopo un lungo traverso tra i grandi pini mughi si guadagna la larga dorsale della Coverlat e ondulando nell'insolita distesa in mezzo ai mughi, si raggiunge Cima Roccapiana, una delle più panoramiche del Trentino, con l'enorme croce e il capitello in ferro battuto dedicato a San Bernardo da Mentone, protettore degli alpinisti.
Inizia ora il tratto di percorso più impegnativo: aiutati da alcune funi corrimano si scende con attenzione per il ripido versante noneso a sfiorare la Portazza posta alla testata della Valle di San Pietro. Si traversa poi alla base delle balze rocciose del Monte Cuc e con l'aiuto di scale metalliche si supera un salto verticale, dove è bene autoassicurarsi e procedere con cautela. Un ultimo strappo fra i mughi e gli spiazzi a pascolo e si arriva sulla calotta del Monte Cuc, quasi un'isola naturalistica, rimasta intatta per la particolare morfologia che l'ha naturalmente protetta. Si continua per il lungo crinale settentrionale e, giunti alla Sella della Valle dei Pilastri, nel bosco misto si aggira a levante Cima d'Arza e si perviene al Valico di Pra d'Arza nei cui pressi converge da Vigo di Ton il sentiero 510. Da qui, con modeste contropendenze, si taglia il fianco di una serie di dossi noti come "I Cimoni" fino a giungere alla Sella di Favogna (Fenner Joch), al bivio con l'itinerario 533 che arriva dalla Predaia e l'itinerario 3 da Favogna.
Con bel percorso ondulato per il versante occidentale del Corno di Tres, si va ad immettersi su un tratturo (itinerario 503) che arriva da Malga Rodeza; si sale fino ad un vicino capitello e, nel rado lariceto, si segue il sentiero che porta direttamente fino sulla cima del Corno di Tres dove si trova una bella ruota panoramica,e una caratteristica Madonnina. La vista spazia sulla Val di Non, le Dolomiti di Brenta, Le Maddalene, il Cevedale, la Val d'Adige, il Lagorai, il Catinaccio. Si continua per la dorsale, alternando tratti nel rado bosco a spazi aperti e dopo vari saliscendi si sfiora la sommità del Fennhalser Sattel (1794 metri), un biotopo protetto per la pregevole flora presente. Poco più in basso si incrocia il sentiero numero 7 dell'AVS che scende nel versante atesino a Magré. Il nostro percorso si mantiene sempre a ridosso del crinale e giunto ad uno stretto intaglio (1699 metri), lascia a sx il collegamento per Malga Rodeza e riprende quota per arrivare sul Corno del Cervo. Alla sottostante selletta incontriamo il bivio col sentiero 526 e pressoché in piano si prosegue tra bosco e radure (belle finestre panoramiche sulla Val d'Adige), fino a toccare la località Costa Larga (o Bellavista), all'incrocio con l'itinerario 525 per la Malga Nuova di Coredo. Si continua salendo nel bosco e si toccano in successione: Cima Battaglione (Bataillons Kopf) (1699 metri), Passo Predaia, Baita Kuhleger (sempre aperta), il Giogo di Coredo (1800 metri), per poi transitare sulle Costebelle (Schönleiten). In questo tratto si lasciano sulla dx i sentieri 1 e 1A dell'AVS che scendono nel versante atesino e la Baita Schweigglhütte (1837 metri), raggiungibile con breve deviazione. Arrivati alla Bocca di Val Calana e al bivio con l'itinerario 501 per Sette Larici, presso la Croce del Tempo (Wetterkreuz) si riprende a salire e si raggiunge una grande croce dove da dx arriva il Sentiero attrezzato dei Camosci (itinerario 560) curato dalla sezione CAI di Appiano. In breve si tocca la sommità della Testa Nera (Schwarzer Kopf) e con minor pendenza e vista sempre più ampia, si prosegue verso la piatta cima del Monte Roèn una delle più panoramiche di tutta la regione.
Dalla vetta, ignorato sulla destra l'arrivo della via ferrata, si scende (N-NE) fra i pascoli chiazzati di mughi e poi più ripidamente nel bosco; si perde rapidamente quota e si spiana in prossimità del Rifugio Malga di Romeno, importante snodo escursionistico sulla via per il Rifugio Oltradige-Überetscherhütte che da qui si raggiunge in circa 20 minuti per l'itinerario 560. Seguendo le indicazioni per il Passo della Mèndola, in piano lungo la stradina, si aggira fra i prati un largo dosso dove inizia la discesa verso la Malga Mezzavia; da questa per strada al Rifugio Genzianella e al Passo della Mèndola. Dal passo, proprio di fronte all'Hotel Caldaro (Kaltererhof) si seguono le indicazioni per il Monte Penegal: il sentiero risale nel fitto bosco a ridosso del crinale meridionale del Piccolo Penegal-Kleinern Penegal, interseca la strada asfaltata per il Penegal e lascia a sx la panoramica deviazione per il Monte Toval, attraversa nuovamente la strada e la segue in parallelo in prossimità dello spartiacque, fino a sbucare sul piazzale del Panoramahotel Penegal a pochi metri dalla panoramica sommità. Nei pressi si trova un masso erratico proveniente dall'Ötztal e una torretta panoramica (chiusa). Si prosegue per la stradina di servizio fino a dei vicini ripetitori e, lasciato a sx il sentiero 508 diretto a Malósco, prima di raggiungerli si cala su sentiero nel bosco di Largadana, ignorando la deviazione forestale per la Malga di Malósco. Dopo alcune ondulazioni nel bosco, il sentiero si abbassa deciso al valico La Forcolana dove a dx si stacca l'itinerario 540 diretto ad Appiano; si continua verso N con lievi saliscendi entro un bellissimo bosco fino all'ampia radura dove si trova il ricostruito Bait del Prinz (privato, chiuso), rilevante punto di riferimento della zona, dove confluiscono anche gli itinerarii 514-SAT e 545-AVS.
Si prosegue alzandosi progressivamente per il rado bosco e lasciato a dx il sentiero AVS 546 per la Forcella Piccola, si continua in comoda salita attraversando radure sempre più ampie; a quota 1790, si lascia sulla dx il sentiero 536-CAI che per la vicina Forcella Grande, scende ad Appiano. Dal bivio si sale verso il Macaión (Gantkofel) e dopo un ultimo ripido tratto si perviene a quota 1865, in prossimità della cima, all'incrocio con il sentiero 513, proveniente da Fondo. Si cala in breve alla Croce del Macaión da cui si gode un superbo panorama, in particolare sulla Val d'Adige, Bolzano, Merano e sui Monti Sarentini. Dal punto panoramico, il sentiero s'abbassa ripido nel bosco in direzione NO, passa in località Laures, al bivio col sentiero 7-AVS, proveniente da Gaido, cala ancora nel fitto bosco di abeti e s'immette in una stradina forestale che segue brevemente.
Seguendo le indicazioni per il Lago di Tret, ora su sentiero che si inoltra nel fitto bosco e si alza diagonalmente ad aggirare il largo costone meridionale del Monte Laurés, si oltrepassa il bivio con l'itinerario 517 per Fondo, si percorrono da ultimo alcune ampie radure e si arriva al Ristorante Waldruhe, ubicato, in tranquilla posizione appartata, poco a monte del Lago di Tret (o di Santa Maria) dove il nostro lungo sentiero termina. Chi volesse continuare la traversata fino al Passo delle Palade proseguirà per l'itinerario 50 dell'AVS.
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